Recensioni - Opera

TANGO MACHO AL PALABRESCIA

Dieci ballerini argentini accompagnati da quattro musicisti

I fratelli Macana, Enrique y Guillermo De Fazio, sono considerati una delle coppie di ballerini più talentuose del panorama tanguero internazionale e conquistano con la loro bravura e simpatia le platee di tutti i teatri. La loro esibizione formata dalla coppia solamente maschile, riporta alle origini del tango, quando gli uomini, per mancanza di donne, si allenavano ed esibivano tra loro. L’Argentina infatti è un paese a forte tendenza immigratoria e gli emigranti erano, oggi come ieri, principalmente di sesso maschile; i guappi dell’epoca si sfidavano tra loro mostrando le loro abilità e doti virili per arrivare ad essere considerati non solo i più bravi, ma anche i più forti.

Oggi, in milonga, siamo ben lontani dal vedere un qualsiasi ballerino con un coltello stretto tra i denti e anche la tecnica del ballo si è notevolmente evoluta: da una semplice camminata eseguita tenendosi abbracciati, siamo passati ad abbellimenti e virtuosismi che si possono imparare solo frequentando una buona scuola di tango.
Lo spettacolo presentato dalle cinque coppie di ballerini è stato apprezzato dal pubblico bresciano per l’eleganza degli abiti e delle coreografie. Praticamente tutti i brani sono stati accompagnati da un quartetto formato da pianoforte, basso, violino e l’immancabile bandoneon che di per sé rimanda subito a questa bellissima musica.
Los Hermanos Macana ci hanno conquistato per l’energia incontenibile e la carica di simpatia specie nei passi delle milonghe, danzate proprio con lo con spirito che contraddistingue questa danza leggera e brillante.
Mentre la prima parte dello spettacolo ha visto alternarsi i danzatori nei tanghi più tradizionali, la seconda parte è stata più folkloristica, senza nulla togliere alla ricchezza data dalla tradizione. Ecco perciò comparire le bolas insieme al panuelo, elementi caratteristici della pampa argentina. Forse poco appropriato invece è stato il ballo di chiusura sulle note di My Way: se inizialmente la coreografia era anche assimilabile a quella più comune di un tango-walz, poi in alcuni passaggi è sconfinata in prese al limite dell’acrobatico che stridevano un po’ con il resto dello spettacolo e con la bellissima melodia scritta da Paul Anka.
Il talento e l’originalità dello stile fa di questi due fratelli una coppia unica al mondo che brilla senz’altro per la sua originalità e simpatia.


Sonia Baccinelli 20 gennaio 2013