Recensioni - Opera

Tango Metropolis al Ponchielli di Cremona

Daniel Binelli, una musica che va dritta al cuore

La compagnia Tango Metropolis, diretta da Pilar Alvarez, Claudio Hoffmann e Marijo Alvarez, si è costituita nel 2000 portando in scena una particolare fusione tra tango e contemporaneità: lei ballerina classica e contemporanea, lui (Claudio Hoffmann) coreografo, ballerino ed insegnante di danza e balli folk argentini. La serata è stata interamente accompagnata dal vivo dal quintetto diretto da Daniel Binelli al bandoneón.
E’ notte e ci troviamo in un vicolo di un qualsiasi barrio di Buenos Aires. Finestre poco illuminate e un’architettura a piccoli mattoni rossi disegnano la facciata dell’ingresso ad un bordello. Tutti gli interpreti arrivano soli o in coppia, con le donne scaramanticamente vestite in raso viola.
La bella scenografia ideata da Tristán Mur si illumina posteriormente e ci riporta agli anni ’20, al momento dell’età dell’oro del tango argentino con le donne perciò vestite in stile charleston, con frange e piume colorate. Un pianoforte verticale ed un contrabbasso rispettivamente suonati da Cristian Zarate e Martìn Keledjian accompagnano la serata dei clienti tra i quali, come da tradizione, nascono rivalità per il possesso delle donne.
Segue una tanda di tanghi durante la quale si alternano le varie coppie di danzatori, finché per il locale arriva l’ora di chiusura ed i frequentatori di quest’angolo di vita notturna se ne vanno un po’ ubriachi; qualcuno si attarda ancora sulla strada azzuffandosi, mentre qualcun altro regala una collana ad una donna riuscendo forse a strapparle un presumibile seguito alla serata.
Usciti tutti i ballerini, appare sul fondo anche il quintetto diretto dal bandoneón Daniel Binelli considerato uno degli eredi di Piazzolla. Mentre i tangheri si preparano con nuovi abiti per la scena successiva, l’orchestra conduce musicalmente lo spettatore attraverso le atmosfere di Buenos Aires. Come ormai in uso nella migliore tradizione del tango, oltre le parti suonate vere e proprio, ci sono numerosi momenti tamburellati sia dal violino che dal contrabbasso.
Da sempre l’Argentina è terra di immigrazione, ma anche di emigrazione, quindi la scena si sposta alla fermata del treno: c’è chi va e chi viene, chi arriva e  chi parte, chi si conosce e chi si dice addio per sempre. Il capotreno attratto da una passeggera, la fa vorticosamente girare sulle note di un tango-waltz. L’idea del viaggio, reale sulla scena ed onirico nelle nostre menti, crea un’illusione di appartenenza a questi momenti di vita che coinvolge tutti gli spettatori. La figura dell’immigrato con Carlos Gardel diventa l’icona del paese e con lui si avvia la tradizione dei grandi compositori che legano con un doppio filo l’Italia e l’Argentina con Pugliese, Piazzolla ed il virtuoso bandoneón Néstor Marconi, tutti discendenti di immigrati italiani.
La seconda parte dello spettacolo, dal sapore meno narrativo, è un vero e proprio omaggio alla musica scritta da Astor Piazzolla, anche se non manca un momento riservato al tradizionalissimo zapateo dei gauchos. Brave le due coppie con le donne vestite in bianco e nero che hanno eseguito perfettamente delle prese molto difficili con assoluta padronanza tecnica.
Le cinque coppie, abbastanza disomogenee per altezza e stile, non sono sempre state in sincronia nei momenti di gruppo e i passaggi dei giri delle donne sono stati spesso molto sporchi perché eseguiti senza l’avvicinamento dei talloni.
L’alternanza di tango milonguero, tango de salon ed interferenze classiche fanno senz’altro di Tango Metropolis una realtà interessante ed innovative dello scenario mondiale.

Sonia Baccinelli 17 marzo 2013


Domenica 17 marzo, la compagnia argentina Tango Metropolis ha presentato al Teatro Ponchielli di Cremona Tango & Noche con coreografie di Pilar Álzarez, Claudio Hoffmann e Marijó Álvarez. Più che di una prima nazionale, si è trattato di un rielaborazione del medesimo spettacolo che ha debuttato in prima mondiale al Teatro Romano di Verona nell’estate 2011.