Recensioni - Opera

Il Teatro Petruzzelli di Bari inaugura con Traviata

In questa edizione dell'opera la bellezza delle scene e la cura dei particolari, l'armonia della musica e del canto si fondono in un abbraccio universale e vincente

Il teatro è tutto esaurito per tutte le recite e questo è un altro segnale delle eccellenti produzioni che vengono rappresentate. La Parigi di De Nittis viene rappresentata e in scena vediamo la riproduzione di suoi quadri. Le scene e i costumi sono di gran pregio, Parigi rivive magicamente mentre la musica divina dell'opera più rappresentata al mondo risuona intatta nella sua forza e in tutto il suo splendore.

Merito di Verdi, del regista Hugo de Ana che firma anche le scene e i costumi, del direttore Giacomo Sacripanti alla guida dell'orchestra del teatro Petruzzelli, del coro del teatro diretto dal maestro Fabrizio Cassi, e ultimi, ma non per ultimo, degli interpreti tutti.

Hugo de Ana ha saputo rappresentare la Parigi disincantata dove sesso e denaro la facevano da padroni tra i nobili e l 'alta borghesia, calpestando qualsiasi sentimento. Basta ricordare alcuni momenti per rendere completamente l'idea. Durante il duetto Violetta -Giorgio Germont mentre canta "E per voi che far poss'io" Giorgio estrae dalla tasca un plico di denaro, lo conta, guarda le banconote e la donna, non sa se dargliele tutte o in parte, poi decide di porgere a Violetta il plico completo, che lei sdegnosamente rifiuta, per la gioia di Giorgo che se le infila velocemente in tasca.

Nella casa di Flora, dopo che Alfredo ha pagato pubblicamente Violetta non gettando i soldi, gesto molto brutto e volgare, ma appoggiandoli sul seno di lei, Violetta sviene e i soldi cadono a terra. Mentre tutti guardano Violetta e Germont padre rimprovera aspramente il figlio, Flora si china a raccogliere il denaro, Giorgio Germont la vede e la fulmina con lo sguardo, lui borghese si, ma di sani principi si scandalizza della cosa, scuote la testa come per dire.."ma dove sono finito e che gente frequenta mio figlio".

Veniamo ora agli interpreti: la parte di Violetta è stata sostenuta dal soprano Nino Machaidze. È un ruolo molto impegnativo perché il soprano deve passare dal canto lirico al drammatico, sottolineando gli stati d'animo del personaggio. La sua interpretazione è risultata egregia e molto apprezzata dal pubblico, che ha applaudito decretandone il successo. Bravissima nel duetto, drammatica nel finale dove l'interpretazione dell'aria "Addio del passato" è da ricordare per l'emozione che ha trasmesso a chi la stava ascoltando. Si capisce il motivo per cui interpreta questo ruolo in tutti i teatri del mondo.

Pari applausi sono stati ricevuti dal baritono Vladimir Stoyanov, un padre Germont di gran classe, linea di canto impeccabile , interpretazione intensa, con coloritura nella voce a sottolineare le emozioni provate dal personaggio, presenza scenica, fraseggio preciso, Durante l'incontro con Violetta , il momento migliore di tutta l opera, egli è duro, preoccupato, infastidito perché deve incontrare questa donna che ha "traviato" il figlio, disperato quando giunto al suo capezzale la trova morente e si rende conto di aver impedito alla giovane di vivere per il poco tempo che le restava, il suo amore per Alfredo. Credo sia veramente uno dei migliori Giorgio Germont mai ascoltati.

Alfredo Germont era interpretato dal tenore Celso Albelo, classe da vendere e voce stupenda. Egli è sempre a suo agio in questo ruolo, e a Bari ha dato l 'ennesima conferma di questo. E' sempre sicuro nel suo canto, preciso negli acuti, nei recitativo, nelle note centrali, insomma una bella interpretazione. Quando il suo nome compare tra gli interpreti siamo sicuri di ascoltare un bravissimo tenore.

Degni di nota tutti gli altri interpreti, a cominciare dalla Annina interpretata da una giovanissima Margherita Pugliese, molto attenta ai gesti scenici e con bellissima voce, dalla Flora di Daniela Innamorati, anche lei molto brava. Ricordiamo anche Dongho Kim, un ottimo dottor Grenvill, il Gastone di Marco Miglietta, il barone Douphol di Jungmin Kim , il marchese d'Obigny di Pierluigi Dilengite.

Una gran bella serata d'opera data come si usava un tempo quando si prediligeva la bellezza e il bel canto.