Recensioni - Opera

Teatro del Vittoriale – Serata di Gala con Raffaele Paganini e Anbeta Toromani

Molta imprecisione al Vittoriale lunedì 18 Agosto per “Serata di Gala”. Si parla della presenza fra gli interpreti principali di Gheorghe Iancu, che non c’è, ma non c’è nemmeno José Perez, indicato in locandina, e non viene nominato il sostituto, peraltro

Un bello spettacolo che lascia l’amaro in bocca.

Molta imprecisione al Vittoriale lunedì 18 per lo spettacolo “Serata di Gala”. All’inizio dello spettacolo viene nominata, in modo incomprensibile il nome della compagnia, non nominata nelle locandine. Si parla della presenza fra gli interpreti principali di Gheorghe Iancu, che non c’è, ma non c’è nemmeno José Perez, indicato in locandina, e non viene nominato il sostituto, peraltro bravo nell’accompagnare Anbeta Toromani.

Un teatro gremito, un pubblico di tutte le età, da bambine di non più di 4 anni, probabilmente venute per vedere Anbeta Toromani (conosciuta per la sua partecipazione al programma televisivo Amici), ad anziani habitués del Vittoriale.

 

 

Lo spettacolo si apre con un estratto della Carmen dove Raffaele Paganini (Don José) ci regala il suo magnetismo e un duetto con una ballerina (Carmen), della quale ci spiace non conoscere il nome da riportarvi, veramente splendido. Poco “torero” invece il ballerino che interpreta Escamillo. Un tocco di originalità è lo spezzare il duetto finale dalla Carmen inserendo degli “olé” di una corrida, fino all’esito finale dell’omicidio.

 

Dopo questo omaggio a Bizet, entra in scena Anbeta sulle note del Lago dei cigni. La sua grazia e il suo magnetismo, come “bucano” lo schermo, catalizzano l’attenzione dal palcoscenico. Come spesso avviene, risulta difficile guardare la coppia che danza, il ballerino viene spesso eclissato dal carisma che emana questa ballerina dotata di quel qualcosa in più che la rende unica e inconfondibile. E’ puro piacere guardarla danzare, non stanca e si vorrebbe non smettesse mai.

Successivamente è il corpo di ballo che si alterna in tre quadri con musiche moderne molto ritmate dando prova di una perfetta sincronia e di un memoria notevole dato il crescendo del ritmo musicale con una sequenza dei passi sempre più frenetica.
La prima parte dello spettacolo termina con Raffaele Paganini che danza un tango (Violentango) che fa trasparire, se mai qualcuno ancora non lo avesse visto, il carisma di questo ballerino.
Durante la pausa si sentono commenti positivi giungere dal pubblico ed una attesa carica di aspettative su Anbeta, che ci si aspetta di vedere più a lungo sul palco nella seconda parte.

La seconda parte dello spettacolo ci porta invece una ventata di allegria con musiche del nostro folclore meridionale come le tarantelle e simili, e un simpatico quadro che sottolinea come la danza possa essere anche sottolineare un testo napoletano, ossia la parola è un suono musicale.
Finalmente la tanto attesa Anbeta risale sul palco con un tango, in uno splendido abito rosso. E’ particolare come lei, lontana per cultura e origini, riesca comunque a trasmettere il calore e la passione di questo ballo. Non stupisce che Paganini e Anbeta non danzino insieme, le stature rispettive non lo consentono, ma il desiderio di vedere due catalizzatori come loro insieme sul palco, magari proprio in un tango, rimane.
Lo spettacolo termina con uno dei brani più coinvolgenti e famosi, il Bolero di Ravel, interpreti il corpo di ballo al completo e Raffaele Paganini. Ma stranamente, questo che dovrebbe essere l’apoteosi dello spettacolo lascia l’amaro in bocca, Paganini è poco più di una presenza indistinta. La sensazione è che non stia bene, seppur regalandoci una delle sue famose piroette da 12 giri alla fine del brano.

Lo spettacolo termina lasciandoci con l’amaro in bocca. Nessun bis viene fatto. I due momenti che hanno visto Anbeta sul palco non sono nulla più di due comparsate, e la delusione nasce dall’aver goduto della sua grazia poco più di 10 minuti nei circa 100 di spettacolo totale. Raffaele Paganini sembra stanco e affaticato. Si ha la sensazione che qualcosa non sia andato per il verso giusto in questa “Serata di gala” ed è un peccato, perché, aldilà dei nomi che fanno da richiamo, vi sono dei ballerini che ci hanno dato uno spettacolo intenso e bello e si meritano l’attenzione e il calore del pubblico per la loro identità.

Bisoni Valeria