
Spettacolo bellissimo benché non fedele
Una sfida in punta di fioretto fra coreografia, Andrea Dionisi, costumi, Nika Campisi, e bel canto. Il quadro iniziale del I atto si apre su trenta burattini viventi, e marionette manovrate dall’esperienza consumata di Augusto Grilli, dell’altrettanta famosa Fondazione Marionette Grilli.
Sono i coprotagonisti dell’intero spettacolo, in un gioco di specchi e di doppi: burattini viventi si muovono in scena con i loro alias, la marionetta che li rappresenta; in una messinscena fittizia e onirica della realtà. Ed è proprio il sogno a muovere Nemorino, unico a provare sentimenti autentici; metafora esplicitata di un moderno Geppetto che intaglia, dipinge un’amata ideale, Adina e tutto quello che orbita attorno a essa; un borioso Belcore; il ciarlatano simpaticissimo Dulcamara che ci dona momenti di sincera allegria e ironia; un Mangiafuoco che preannuncia la malinconia incombente. Nemorino sarà schiacciato, come Pinocchio, dalle sue stesse illusioni. Assai bello il grillo parlante che si aggira in scena, un grillo appunto a cui nessuno dà retta.
Ma il braccio divino è lungo e arriva ovunque, proprio come la mano del destino che enorme cala sulla testa di Nemorino dandoci emozione e commozione.
Assai raro trovare un rifacimento del libretto, qui di Felice Romani, così sbagliata ma così bella!
Spettacolo bellissimo benché non fedele. Bravissimo il regista Daniele Menghini si è assunto un rischio riuscitissimo.
La sicura ed esperta bacchetta di Fabrizio Maria Carminati dosa i tempi, da quelli lenti a quelli più briosi, cogliendone le sfumature. Con grande stile dirige, attento al palcoscenico e al pubblico; per di più l’opera è stata scelta nella sua edizione integrale. A questo i pregevoli inserti di musica classica e un Pinocchio fuori contesto di Paolo Grosa.
Il coro del Regio in una performance che lo vede costantemente sul palco si riconferma essere ad altissimo livello.
Veniamo al Bel Canto: Federica Guida, è una prorompente Adina, forse gli acuti non sono sufficientemente smorzati, lì dove dovevano essere modulati, e canta tutto sul mezzoforte; ma al pubblico piace.
René Barbera, un meraviglioso Nemorino: ci conquista con la sua tenerezza disarmante, la prova vocale è perfetta, educata allo stile sentimentale, vibrante e sommesso; raggiunge toni poetici e veramente toccanti in Una furtiva lagrima; l’esecuzione di Ah sì, morir d’amore è in uno stato di grazia.
Davide Luciano, un baritono migliore per questa parte non potevamo desiderare! Un Belcore ineccepibile!
Paolo Bordogna è il simpatico imbroglione Ducamara/Mangiafuoco, un tutt’uno col personaggio, che però, forse, avrebbe richiesto un timbro vocale più cupo e meno baritonale. Ma l’allegria che trasmette rimette le cose in piano. Forse una scelta registica.
Pubblico in ovazione anche a scene aperte, bellissima rappresentazione!
Teatro Regio di Torino – Stagione 2024/25
L’ELISIR D’AMORE
Melodramma giocoso in due atti
Libretto Felice Romani
da Le Philtre di Eugène Scribe
Musica di Gaetano Donizetti
Adina Federica Guida
Nemorino René Barbera
Dulcamara Paolo Bordogna
Belcore Davide Luciano
Giannetta Albina Tonkikh*
*Artista del Regio Ensemble
Orchestra del Teatro Regio di Torino
Coro del Teatro Regio di Torino
Direttore Fabrizio Maria Carminati
Maestro del coro Ulisse Trabacchin
Regia Daniele Menghini
Scene Davide Signorini
Costumi Nika Campisi
Direzione coreografica Andrea Dionisi
Luci Gianni Bertoli
Assistente alla regia Alessandro Pasini
Assistente ai costumi Anastasia Crippa
Direttore dell’allestimento Antonio Stallone
Burattini e marionette della
Fondazione Marionette Grilli
Nuovo allestimento del Teatro Regio di Parma
in coproduzione con il Teatro Regio di Torino