Riuscita rilettura della traviata verdiana fra prosa e lirica
Il Theatre de Bouffes des Nord risale all'ottocento ed era stato concepito come Cafè Chantant. Chiuso dopo la seconda guerra mondiale, venne riaperto negli anni 70 del novecento grazie a Peter Brook.
Il decoro ottocentesco non è stato restaurato, non vi sono stucchi né dorature, solo muri scrostati e balaustre di gesso grigio, come se si volesse cercare la vera essenza del teatro senza alcun orpello o decorazione.
All'interno di questo spazio senza palcoscenico, dove gli attori giocano a livello della prima fila del pubblico il regista Benjamin Lazar mette in scena la sua Traviata, che non è un'opera lirica e non è un dramma in prosa ma un gioco teatrale sul mito dell’eroina verdiana, in cui la storia di Violetta viene cantata e recitata, sempre con ironia, cercando di proporre una versione originale se non unica del celebre melodramma.
Gli attori sono cantanti e i cantanti sono attori, i musicisti anche mimi e coristi in una commistione affascinante, innovativa che segue sostanzialmente la trama e la musica di Verdi ma con diversi inserimenti testuali tratti da Dumas o frutto di una drammaturgia originale.
La messa in scena è semplice e poetica, molto teatrale in un gioco continuo di dialogo con il pubblico e con la piccola orchestra di accompagnamento, sempre presente in scena a seguire gli avvenimenti e a fare da contrappunto sonoro.
La festa del primo atto si svolge sotto un tulle bianco da cui difficilmente gli interpreti riescono ad uscire, il secondo atto e il finale invece sono giocati in una scena sparsa di vasi di fiori, il gioco a carte del terzo atto su un tavolo che sembra quello delle rivendite di fiori che si vedono a Parigi. Poche cose insomma per lasciare spazio agli attori che diventano cantanti, mimi, musicisti, coristi. Peter Brook ha lasciato il segno non solo con la riapertura del teatro.
Gli interpreti convincono tutti per una grande poliedricità, riuscendo ad esaltare sia la parte cantata, sia quella recitata in un azzeccato lavoro d'ensemble.
Mattatrice assoluta la Violetta appassionata e coinvolta di Judith Chemla che riesce a emergere vocalmente e a dare al personaggio uno spessore drammatico commovente e convincente.
Ottimi anche tutti gli altri interpreti: Florent Baffi, Damien Bigourdan, Jérôme Billy, Renaud Charles, Elise Chauvin, Axelle Ciofolo de Peretti, Myrtille Hetzel, Bruno Le Bris, Gabriel Levasseur, Sébastien Llado, Benjamin Locher e Marie Salvat
Su tutto spicca il lavoro d'ensemble e la grande congenialità degli attori con il proprio teatro. Successo convinto e molti applausi nel finale.
Raffaello Malesci (Mercoledì 27 settembre 2023)