Recensioni - Opera

Travolgente messa in scena di West Side Story a Caracalla

Una strepitosa edizione di West Side Story, che ha letteralmente mandato in visibilio il pubblico presente

Il famoso musical da un’idea di Jerome Robbins, con musiche di Leonard Bernstein, coreografie di Jerome Robbins, versi di Stephen Sondheim e libretto di Arthur Laurents, è andato in scena in una strepitosa edizione con la conduzione del maestro Michele Mariotti, regia Damiano Michieletto, coreografia di Sasha Riva e Simone Repele, scenografia di Paolo Fantin, costumi di Carla Teti e luci di Alessandro Carletti,ì con l’orchestra e il corpo di ballo dell’Opera di Roma.

L’idea del musical venne inizialmente negli anni 40 a Jerome Robbins, ballerino, regista e coreografo americano: un libero adattamento in forma di musical della celebre tragedia shakespeariana Romeo e Giulietta, in una chiave moderna ed ambientata a New York. Nel 1947 si creò un iniziale sodalizio artistico con Bernstein, allora giovane compositore, pianista e direttore d’orchestra americano che si andava affermando e Laurents, scrittore, librettista e sceneggiatore di fama. In un secondo tempo, si aggiunse anche Sondheim, compositore a sua volta, paroliere e drammaturgo statunitense.

Inizialmente la storia prevedeva come motore della vicenda la contrapposizione tra due innamorati appartenenti a culture diverse in contrapposizione: ebrei e cattolici. Ma ben presto i tre artisti si resero conto che agli inizi degli anni 50 questo tipo di tematiche avevano perso interesse tra il pubblico americano e il lavoro di conseguenza si interruppe. Per quasi dieci anni.

Nel 1957, sullo sfondo delle vicende di cronaca relative alle band di giovani teppisti newyorkesi, si decise di aggiornare il progetto, immaginando che la competizione fosse tra due band giovanili di Manhattan: polacchi e portoricani. Con questo felice cambiamento la creazione del musical subì un'accelerazione e fu quindi completata, per andare finalmente in scena il 19 agosto 1957 al National Theatre di Washington. La prima assoluta in italia risale al 1981, allo Sferisterio di Macerata.

Causa un precedente annullamento di spettacolo per il mal tempo, la platea di Caracalla era riempita come non mai. Lo spettacolo è andato in scena con ausilio di microfoni.

All’arrivo abbiamo subito ammirato la semplice e funzionale scenografia di Paolo Fantin: una enorme piscina abbandonata, con luci, trampolino e gomme abbandonate sul fondo completamente asciutto. L’ampiezza della scena, che copre tutto lo spazio disponibile a proscenio, permette di eseguire senza problemi anche le scene più complesse con il corpo di ballo al completo sul palco. A complemento della scena, una quinta mobile di grandi dimensioni da spostare all’occorrenza al centro del palco e decorata con una foto di New York. Sul palco giacciono ammucchiate delle lettere ad altezza d’uomo che vengono accese e disposte in varie scene a comporre parole chiave, come America, Miracle, Maria… Suggestive e didascaliche. Nel complesso una scenografia molto piacevole, accompagnata da una giusta impostazione delle luci (a cura di Alessandro Carletti), molto ben fatte anche nelle scene di massa, con vari effetti interessanti, per impreziosire ed esaltare l’azione sul palco.

Sin dall’apparizione in scena, l’attenzione è stata subito concentrata su un eccezionale corpo di ballo, che ha dato prova di grande perizia, tecnica, coordinazione e versatilità, valorizzati anche dalle belle coreografie di Sasha Riva e Simone Repele.

La direzione di Michele Mariotti e la regia Damiano Michieletto hanno contribuito a dare alla performance una spinta eccezionale, creando uno spettacolo davvero avvincente. Numerosi gli applausi del pubblico a scena aperta

Molto apprezzati ovviamente anche i vari protagonisti, talentuosi ballerini, ma anche attori valenti, capaci di recitare e cantare in inglese con una pronuncia perfetta, una cosa non scontata.

Tony è stato interpretato da Marek Zurowski, bella presenza scenica, ottimo timbro vocale e voce chiara e potente. Bravo anche come ballerino. Maria invece è interpretata da Sofia Caselli, anche lei bella presenza scenica, ottima ballerina e bella voce. Sergio Giacomelli nel ruolo di Bernardo ha sfoggiato la sua bella voce, una buona presenza scenica e capacità di ballo caratterizzata di una spiccata energia. Anita è stata interpretata da Natascia Fonzetti, mentre Riff da Sam Brown e Chino da Felice Lungo .Tutti ottimi interpreti, sia vocalmente che dal punto di vista coreografico.Ricordiamo anche Doc, interpretato da Sebastian Gimelli e Krupke, interpretato da Nico di Crescenzo.

Tra i momenti più belli ricordiamo la scena del ballo “The Dance at the Gym” una delle più complesse e ben riuscite coreografie, con le due bande, i Jets e gli Sharks, che per affrontarsi si buttano in una energica gara di ballo con varie danze tra cui un mambo particolarmente bello.

Particolarmente bella anche la rappresentazione del pezzo più famoso del musical “America”. Effetti luminosi e colori particolari hanno reso davvero unico questo momento. Molto bella anche la famosa canzone “Maria”, cantata da Tony e la seguente scena del balcone: un duetto con Maria davvero commovente e coinvolgente.

Un po’ più civettuola e sopra le righe la canzone “I Feel Pretty”, interpretata sempre da Maria. Commovente ed intenso il coro “Somewhere”.

La scena della mischia (“The Ramble") è davvero coinvolgente, una scena complessa e molto energica, con le due bande che si affrontano fino alle tragiche conseguenze. Infine, molto intenso anche il finale con la morte di Tony: eccezionale interpretazione di Maria.

Nel finale, tra gli applausi scroscianti del pubblico, è stato eseguito un bis della scena del gran ballo.

Davvero un bello spettacolo, pieno di energia e forza evocativa, con una direzione orchestrale perfetta e un corpo di ballo magnifico.