Recensioni - Opera

Trionfa Brescia un Grease “rimpicciolito”

Inizialmente annunciato al Teatro Grande e poi costretto al Sociale per i motivi che ormai tutti conoscono, ha debuttato a Brescia...

Inizialmente annunciato al Teatro Grande e poi costretto al Sociale per i motivi che ormai tutti conoscono, ha debuttato a Brescia il musical Grease nella realizzazione curata dalla Compagnia della Rancia.
Si tratta di un allestimento ormai estremamente rodato, che ha visto il suo debutto a Milano nel 1997 con Lorella Cuccarini e Giampiero Ingrassia nei ruoli principali, e che da allora ha registrato un notevole numero di repliche. Nel frattempo sono cambiati alcuni nomi in locandina, i ruoli di Tony e Sandy sono adesso interpretati dai bravi Michele Carfora e Simona Samarelli, ma lo spettacolo si mantiene sempre su un altissimo livello di professionalità, grazie ad un ritmo ed una tenuta impeccabili, che costituiscono i pregi ma, a voler ben vedere, anche i limiti di questa proposta. Infatti se da una parte non si può che lodare un ensemble di attori - cantanti - ballerini quale ritengo sia impossibile trovare in Italia per bravura e preparazione, spesso si ha l'impressione di assistere ad uno smagliante congegno ad orologeria, impeccabile e curato sin nei minimi dettagli, al quale però manchi una vera partecipazione emotiva da parte dei singoli interpreti, che sembrano perlopiù preoccupati di rispettare il perfetto ingranaggio della macchina teatrale.
Bisogna peraltro tener conto che questo musical è nato per platee decisamente più ampie rispetto a quella bresciana, per cui le osservazioni espresse in precedenza valgono se ci si trova nelle prime file di platea di un teatro bomboniera quale il Sociale, ma scompaiono all'istante all'interno di un palasport o un teatro tenda in cui conta nettamente più l'insieme del dettaglio. Oltretutto una certa esiguità di spazi si percepiva anche dal palcoscenico, sicuramente più piccolo rispetto a quelli cui lo spettacolo è destinato, sul quale le coreografie di gruppo hanno dato a volte l'impressione di essere un po' sacrificate.
Ciò non toglie nulla alla validità della proposta, il cui taglio registico si basa su marcate caratterizzazioni dei personaggi, soprattutto quelli di contorno, che alla fine vengono forse troppo relegati al ruolo di caricatura, ma questo rientra nell'idea stessa dello spettacolo i cui punti di forza restano le canzoni e le coreografie.
Dal punto di vista tecnico si segnalano i colorati costumi di Zaira de Vincentis, che ricopiano fedelmente gli originali del celeberrimo film, e le luci ricchissime di effetti curate da Manolo: di notevole impatto visivo ma che in quest’occasione hanno risentito anch'esse dell'effetto claustrofobico legato all'esiguità dell' spazio (discorso che vale anche per la non bilanciatissima amplificazione).
Ottimi gli interpreti tra i quali si segnalano, oltre ai due protagonisti, Alice Mistroni nel ruolo di Rizzo, Francesco Guidi nel ruolo di Kenickie e tra i vari caratteristi ho particolarmente apprezzato Laura Duca, che ha presentato una efficacissima Jan.
Al termine applausi fragorosi e meritati accompagnati da un divertito medley dei brani ascoltati in precedenza, la cui traduzione italiana peraltro mi ha lasciato non un po’ perplesso: sono sempre stato dell'idea che la musica andrebbe interpretata solo nella lingua in cui è stata scritta, ma mi rendo conto che anche la comprensione da parte del pubblico ha la sua importanza, altrimenti addio attecchimento del musical anche in Italia.
Da sottolineare che sino dal giorno del debutto campeggiava sulle porte della biglietteria del teatro un cartello che annunciava il tutto esaurito in ogni ordine di posto per tutte le repliche: circostanza abbastanza rara a Brescia, ma che sarebbe auspicabile si verificasse più di frequente anche per spettacoli di altro genere.

Davide Cornacchione 9/1/2003