Recensioni - Opera

Trionfano le Carmelitane al loro debutto al Teatro Comunale

La prima rappresentazione bolognese dei Dialogues des Carmélites di Francis Poulenc in un allestimento memorabile

Considerata a pieno titolo uno dei capolavori del teatro musicale del secolo scorso, l’opera, che debuttò in traduzione italiana al Teatro Alla Scala nel 1957 per essere ripresa alcuni mesi dopo all’Opéra di Parigi, affronta i temi della paura, della morte e dell’incapacità di adeguarsi ad una società prossima al crollo, ovvero quella della Francia pre-rivoluzionaria. La nobile Blanche de la Force sceglie di ritirarsi nel convento delle Carmelitane non per reale vocazione ma per fuggire da un mondo che la spaventa, rispetto al quale si sente inadeguata. E la paura e la tendenza a nascondersi, a cercare un luogo sicuro caratterizzeranno la sua vita sino al sacrificio finale sulla ghigliottina che, al contrario ne esalterà il coraggio. Durante il suo percorso Blanche si confronterà con molti caratteri: dalla tormentata Madame de Croissy che, nel suo ruolo di priora, ne coglierà la fragilità e cercherà di proteggerla, all’intransigente Mère Marie, all’ingenua Soeur Constance, all’amorevole fratello fino agli esaltati rivoluzionari che ne concluderanno tragicamente la vita terrena.

Poulenc suddivide la vicenda in 12 quadri che imprimono alla partitura un ritmo estremamente moderno, quasi cinematografico, che il regista Olivier Py coglie con grande abilità e trasferisce in uno spettacolo magnifico.
Scegliendo di non imprimere alla vicenda una netta connotazione storica, lo scenografo e costumista Pierre-André Weitz realizza una complessa struttura che ad ogni quadro muta, creando immagini potentissime e di grande suggestione, esaltate dalle luci fredde e taglienti di Bertrand Killy. Sono molti i momenti che si imprimono negli occhi e nella memoria dello spettatore, dall’irreale e spoglio bosco che torna nel corso dei tre atti, all’infermeria nella quale il pubblico assiste all’agonia della Priora, come se stesse guardando dal soffitto, all’algida e opprimente prigione che nell’ultimo quadro si spalanca su un cielo stellato a rappresentare il passaggio per le carmelitane dalla vita terrena a quella celeste. All’interno di questa cornice Py imposta una regia raffinata, fatta di gesti simbolici molto curati e dettagliati che impreziosiscono ogni singolo passaggio.

Jérémie Rhorer, che ha accompagnato questa produzione in ogni sua ripresa a partire dal 2013, opta per una lettura a tinte forti, che esalta i momenti più drammatici a discapito di quelli più lirici. La concertazione è ricca di sfumature e racconta con grande varietà di accenti la vicenda, nonostante qualche volta le voci dei cantanti vengano coperte dall’orchestra. Un’orchestra, quella del Teatro Comunale, che insieme al coro diretto da Andrea Faidutti si presenta in forma smagliante.

La compagnia di canto, interamente proveniente dalla Francia, è probabilmente quanto attualmente di meglio si possa ascoltare in questa partitura.
Héléne Guilmette delinea una Blanche nervosa ed inquieta, che si stacca dall’immagine del “leprotto impaurito”. La linea di canto è solida e l’interpretazione è estremamente convincente.  La vocalità scura e corposa di Sylvie Brunet le permette di delineare una Madame de Croissy di levatura tragica. La scena della morte è un vero e proprio capolavoro di interpretazione e, complice l’impostazione registica, forse il punto più alto dello spettacolo. Qualche asprezza nella linea di canto di Marie-Adeline Henry non inficia una buona prestazione nel ruolo di Madame Lidoine, mentre Sophie Koch è una Mère Marie incisiva ed energica. Sandrine Piau è una Soeur Constance solare e intensa, mentre nel settore maschile spicca su tutti la prova del Chevalier de la Force di Stanyslas de Berbeyrac ma è da segnalare anche il valido Cappellano di Loïc Félix.

Dopo la splendida Bohème inaugurale il Teatro Comunale ha saputo mantenere altissimo il livello delle sue produzioni, presentando uno spettacolo che ha coinvolto e commosso tutti gli spettatori che al termine si sono prodigati in applausi entusiasti.

Davide Cornacchione 11/03/2018

 

L’allestimento dei Dialogues des Carmélites di Francis Poulenc al Teatro Comunale di Bologna ha segnato un doppio debutto: ha infatti coinciso con la prima rappresentazione assoluta di questo titolo nel capoluogo emiliano e, quasi sicuramente, anche con la prima produzione lirica firmata da Olivier Py allestita in Italia.