Recensioni - Opera

Turandot : un classico sempre apprezzato in Arena

Ritorna la Turandot nell'allestimento di Yuri Alexandrov

Riscuote sempre grande apprezzamento la riproposta di Turandot di Giacomo Puccini all’Arena di Verona. Lo spettacolo affianca al grande impatto scenografico di una Cina senza tempo i sontuosi costumi e una regia pulita e ottimamente calibrata per i grandi spazi areniani.
Bene fa pertanto l’Ente Arena a riproporre questo allestimento già visto anni fa ma sempre efficace, per la regia di Yuri Alexandrov, con scene e costumi affidati a Viacheslav Okunev.

Gradito ritorno è anche Daniel Oren a capo dell’orchestra dell’Arena. Il direttore, ormai un ospite fisso dell’anfiteatro, ha diretto con piglio e convinzione riuscendo ad amalgamare i momenti più concitati, maggiormente nelle sue corde, con gli accenti più squisitamente lirici della partitura.
Del resto si sa Turandot è la favola lirica per eccellenza e pertanto ben si adatta alla festosità rituale di una serata estiva nel suggestivo anfiteatro veronese con tutti i suoi sontuosi apparati corali, con il divertente e originalissimo terzetto di Ping, Pong e Pang e con gli afflati lirici affidati a Liù. Della favola mantiene poi il giusto e doveroso cliché del lieto fine che fin troppo presto fa dimenticare la cruda sorte della schiava Liù.
Buono il cast vocale su cui spiccava l’inossidabile Giovanna Casolla interprete della principessa di gelo e la Liù dolce e timbrata di Fiorenza Cedolins. Stentoreo e sicuro il Calaf di Piero Giuliacci, mentre Marco Spotti ci regalava un Timur assolutamente di lusso. Ottimi e affiatati anche i tre ministri interpretati da Filippo Bettoschi, Enzo Peroni e Stefano Pisani. Discreti gli altri comprimari.
Il pubblico ha decretato un successo caloroso alla serata.
 
Giuliano Malesci (29/07/2009)