Recensioni - Opera

Un ballo di grande fascino

Il titolo verdiano al Regio di Torino con la raffinata e coinvolgente direzione di Riccardo Muti

Un fascino tutto particolare racchiuso in una miscela chiaroscurale che sembra coinvolgere sia buca sia palcoscenico (ma non con il medesimo esito) aleggia su questa nuova produzione di Un ballo in maschera presentato dal Teatro Regio di Torino nel corso della corrente stagione.

Il regista Andrea De Rosa per questo suo primo allestimento dell'opera va alla ricerca di una visione seduttiva ed a tratti partenopea in un'atmosfera di comicità teatrale mediterranea che poco però sembra combaciare con la partitura verdiana. Visto come un incrocio tra un Don Giovanni ed un Duca di Mantova diviso tra donne e balli di corte (è difatti una festa ad aprire e chiudere lo soettacolo) l’ indole idealista e romantica di Riccardo viene presto lasciata alla deriva e mutata in un’altra assai meno carismatica e che certo non giustifica la centralità del personaggio, rischiando anzi di banalizzarne i tratti.
L’unico aspetto comico presente in questa affascinante e diversificata opera verdiana è quello che, scaturendo proprio dalla tragedia, si intreccia spesso con la vita, ridurre dunque l’impianto registico ad una perenne festa e ricerca di svago (Amelia attirerebbe Riccardo proprio perché preda inaccessibile), seppur più che legittimo, sembra togliere molto ed aggiungere poco ai protagonisti del dramma ed in particolare a Riccardo.

Di diverso interesse e spessore il lavoro di Riccardo Muti che, per affrontare la sua lettura della partitura, ne rovescia a tratti le variabili ma sempre partendo dalle fondamenta della drammaturgia verdiana: la ‘tinta’ ed ogni sua differente interpretazione non si discostano infatti mai dalla parola e dall’accento che determinano sempre la costruzione dei personaggi. Così la sua direzione stupisce e coinvolge per il raffinato ed approfondito lavoro sulle agogiche che scende in profondità a cesellare il linguaggio amoroso ("O qual soave brivido “) e trova in molti momenti nuove sfumature cesellandone la possente drammaticità ( quadro di Ulrica ) . Nulla viene lasciato al caso e le note appaiono quasi stirate allo spasimo nella ricerca di sonorità ampie e maestose.

Forse troppa ricerca e poco teatro? Forse, ma il lavoro di Muti , quasi oratoriale , risulta altresì suadente, e affascinante, cosi come il suono che riesce ad ottenere dall’orchestra del Regio e determina una lettura decisamente particolare , che può convincere o meno ma che conosce una sua indubbia potenza.

Certo per realizzare ciò è fondamentale la scelta di un giusto cast e in questo caso non è certo mancato.
Piero Pretti affianca ormai da tempo alla provata professionalità di un timbro interessante e sicuro, un lavoro maggiormente sfaccettato su accento e fraseggio che risulta sempre più attento e raffinato. Così il suo Riccardo affascina e convince appieno per misura e sensibilità espressiva così come per vibrante e giusta teatralità.
Nonostante non in perfetta forma vocale (come annunciato ad inizio recita) Luca Micheletti ha ben delineato il suo Renato, personaggio che perfettamente si attaglia alla sua schietta drammaticità, attraverso una grande attenzione alla parola, rivelando i sottili chiaroscuri, le contraddizioni e le angosce di un uomo complesso che , solo in apparenza amico di Riccardo, ne è in realtà intimamente geloso.
Dalla vocalità robusta e drammatica Lidia Fridman resta un po’ ai margini del personaggio di Amelia della quale poco contribuisce a cesellare l’intimo dramma.
Interessante Damiana Mizzi come Oscar e tonante e dalla vocalità estremamente teatrale l’Ulrica di Alla Pozniak.
Bene il resto del cast: Sergio Vitale (Silvano), Daniel Giulianini (Samuel), Luca Dall’Amico (Tom) e Riccardo Rados (Un giudice / Un servo d’Amelia). Preciso il coro del Teatro Regio diretto da Ulisse Trabacchin.

Il pubblico entusiasta che gremiva il teatro Regio in ogni ordine di posti ha mostrato di gradire questa assai interessante produzione tributando a tutti gli interpreti ed all’amatissimo Direttore applausi ed una particolare ovazione dedicata.