Franco Branciaroli dirige ed interpreta il testo di Harwood come sua prima nuova produzione per il CTB
Il debutto di Franco Branciaroli al Centro Teatrale Bresciano dopo la sua nomina a consulente artistico è avvenuto, secondo le sue parole, con uno spettacolo di ripiego. Posticipato infatti per questioni economiche il suo progetto di mettere in scena un testo di Canetti, il CTB ha allestito una nuova produzione di Servo di scena di Ronald Harwood e, visto il risultato, v’è da dire che raramente ripiego fu più felice.
Servo di Scena è uno di quei copioni ambientati nel mondo del teatro che solo gli inglesi, che il teatro l’hanno nel dna, sanno scrivere. La trama racconta di una compagnia di medio cabotaggio in scena a Londra durante la seconda guerra mondiale, ed in particolare del rapporto tra il primo attore ed il suo assistente personale. All’interno di questa trama si inserisce una serie di intrecci legati ad incomprensioni, amori non corrisposti, frustrazioni di carattere artistico che si traducono in una fotografia estremamente lucida ed impietosa di quel mondo.
Branciaroli, che firma anche la regia dello spettacolo, ha scelto, molto opportunamente, di affidarsi completamente alla solida drammaturgia del testo, senza sovraccaricarlo di inutili letture od interpretazioni e lasciando che gli attori recitassero la loro parte nel modo più naturale ed efficace. All’interno della bellissima scenografia di Margherita Palli, che rappresenta la sezione di un palcoscenico sotto il quale si trovano i camerini, agisce quindi un cast pressoché perfetto per coesione e resa sulla scena.
Tommaso Cardarelli è efficacissimo nel ruolo di Norman, ovvero il servo di scena. Superati i primi momenti in cui la ricerca dell’effeminatezza rischia di portarlo verso un’eccessiva caratterizzazione, una volta riscaldatosi ci regala un’interpretazione ricca e sfaccettata, che raggiunge il suo momento più intenso nella lunga scena finale.
Perfettamente a suo agio nei panni dell’egocentrico Sir Ronald, Franco Branciaroli limita la sua abituale voce impostata ai momenti in cui l’attore interpreta il personaggio di Lear, utilizzando nelle altre circostanze un registro più naturalistico che contribuisce a sfaccettarlo ancora di più dal punto di vista psicologico ed umano.
Ottima Melania Giglio nel ruolo di Madge, virile direttrice di scena che si contrappone al fragile Norman e che come lui è segretamente innamorata di Sir Ronald. Ambedue i registri del personaggio, ovvero quello severo e marziale e quello più intimista sono stati resi in maniera estremamente efficace.
Lisa Galantini è perfetta nel delineare Milady e Daniele Griggio è efficacissimo nel ruolo del mediocre Geoffrey. Estremamente incisivo, nonostante la brevità della parte, l’Oxenby di Giorgio Lanza mentre funzionale è l’acerba Irene di Valentina Violo.
Al termine il pubblico del Sociale, formato perlopiù da scolaresche, ha applaudito con convinzione e partecipazione.
Davide Cornacchione 15 novembre 2011