Il capolavoro di Händel in un prestigioso allestimento prodotto da OperaLombardia
Rinaldo assume i panni di un anonimo impiegato di città che vive e lavora chino sulla sua scrivania di un claustrofobico ufficio. L’arrivo di Almirena suscita in lui quella temerarietà tipica delle persone innamorate che, con coraggio, si impongono nuovi traguardi. Il combattere e il superare i vari ostacoli creati dalla maga Armida, gli faranno superare le sue fobie fino a farlo diventare finalmente protagonista delle proprie azioni.
Lo spettacolo si sviluppa con un filo logico molto chiaro e preciso, risultando esteticamente accattivante anche grazie ad una regia lineare. Le scene di Mauro Tinti sono semplici, ma adeguate e i moderni costumi di Silvia Aymonino rinnovano la tradizione in modo estroso. Tra le varie ambientazioni risulta particolarmente gradevole il giardino semicircolare nel quale i due protagonisti esplicitano il loro amore; bello anche il night club di Armida che, sovrastato da un ragno gigante, ha il sapore delle atmosfere kubrickiane del Korova Milk Bar di Arancia meccanica.
Sicuramente indovinata anche la scelta di fondere insieme le due versioni del 1711 e del 1731, che, oltre a regalarci uno spettacolo estremamente fruibile, è in linea con la prassi dell’epoca. Infatti nel XVIII secolo era uso risistemare e ritoccare i lavori ogni qualvolta si procedeva ad una nuova messa in scena, in modo da sposarsi alle richieste del pubblico e degli esecutori; senza contare che una buona parte della musica di Rinaldo non è originale, ma proviene da lavori precedenti e riassemblati dello stesso Händel, come ad esempio il Trionfo del Tempo e del Disinganno, Agrippina, e la cantata Aci, Galatea e Polifemo.
Tra i cantanti si fanno notare l’Almirena di Francesca Aspromonte: voce dal un timbro brillante e salda linea di canto. Buona la prova di Goffredo di Raffaele Pe, timbratissimo nei centri e disinvolto nelle agilità. Delphine Galou, secondo quanto richiesto dal regista, dipinge un Rinaldo dimesso, caratterizzato da un fraseggio morbido, ma incisivo nei passaggi più virtuosistici, anche se a volte la voce sembra mancare del peso necessario. Del tutto a suo agio nei panni di Armida, Anna Maria Serra sfoggia un timbro pieno e robusto. Apprezzabili gli interventi di Luigi De Donato (Argante), Federico Benetti (Mago Cristiano) e Anna Bessi (Donna) che hanno contribuito validamente alla riuscita dello spettacolo.
L’esecuzione musicale è stata ineccepibile, grazie all’eccellente concertazione di Ottavio Dantone che si confermuno dei migliori esecutori di musica barocca, ottimamente suportato dalla "sua" Accademia Bizantina, come sempre compagine di prim'ordine. La concertazione musicale si connota per ricchezza timbrica, grande attenzione alle dinamiche, nitidezza e pulizia del suono che sono sfociate in un’interpretazione estremamente briosa per la sua varietà di accenti e tonalità.
Il pubblico che affollava il Teatro Grandeha tributato applausi calorosi a tutti gli artefici dello spettacolo.
Davide Cornacchione 02/12/2018
Il messaggio che il regista Jacopo Spirei ha trasmesso nel nuovo allestimento di Rinaldo di Georg Friedrich Händel, prodotto dal Circuito Lirico Lombardo ed andato in scena al Teatro Grande di Brescia, rifugge il grigiore e la monotonia della vita quotidiana e vuole essere uno stimolo ad affrontare nuove sfide con coraggio, alla ricerca di un eroismo perduto.