Recensioni - Opera

Un sogno dark inaugura la stagione di prosa

Sogno di una notte di mezza estate, nel cupo allestimento di Andrea Battistini è la prima produzione del CTB della stagione 2010/11 al Teatro Sociale

Il Centro Teatrale Bresciano ha inaugurato la nuova stagione con un allestimento del Sogno di una notte di mezza estate coprodotto con il Teatro di Castalia con la regia di Andrea Battistini.
Come è sua abitudine il regista ha rimescolato le carte, riscrivendo e riorganizzando il materiale originale per offrirci una lettura decisamente antitradizionale del capolavoro shakespeariano. Il Sogno non è più quindi la favola divertente ed ammiccante che tutti siamo abituati a conoscere, ma si trasforma in un vero e proprio teatro della crudeltà e della violenza, dove conflitti, incomprensioni ed invidia la fanno da padrone.
 

Il sogno viene perciò reinterpretato come favola dark, ambientato in una bosco di corde, che però poco ha a che vedere con l’immagine rassicurante che ci saremmo aspettati: le voci degli spiriti della foresta sono roche, sinistre e distorte, mentre gli innamorati si comportano in modo violento ed ostile. A tentare di stemprare quest’atmosfera cupa irrompono in scena i quattro artigiani, stavolta resi come persone diversamente abili che, in un esperimento di teatro-terapia tentano di cimentarsi nell’allestimento del dramma di Piramo e Tisbe.
Nel raccontare la vicenda Battistini sceglie di non rispettare la tradizionale successione degli eventi, in cui le vicende dei tre gruppi (elfi, innamorati e artigiani-comici) si svolgono in parallelo, ma, dopo una sorta di introduzione, decide di raggruppare il tutto in 3 blocchi distinti. Soluzione questa che, sacrificando qualche snodo drammaturgico, rende forse meno comprensibile il testo a chi non lo conosca già, ma questo non costituisce un limite così grande. Non è detto infatti che il teatro debba essere per forza sempre didattico e didascalico; se la componente empatica ed emotiva è comunque efficace, anche interpretazioni un po’ estreme, come in questo caso,  possono risultare altrettanto efficaci.
Unico appunto che si può muovere all’allestimento è forse quello di risultare un po’ troppo sbilanciato in favore dei comici, sacrificando quindi sia gli elfi che gli innamorati, la cui storia scivola via in maniera meno incisiva.
Il risultato complessivo si è rivelato comunque interessante e ricco di spunti,  grazie anche ad un cast affiatato ed omogeneo in cui, tra i tanti, emergeva la brava Chiara Di Stefano nel doppio ruolo di Titania e dell’attrice-operatrice sociale incaricata di coordinare la recita dei comici. Una recita che ha visto protagonista un istrionico Totò Onnis affiancato da Alessandro Buggiani, Giovanni Rizzuti e Daniele Squassina, che hanno saputo affrontare un tema delicato quale il disagio mentale in modo allegro e giocoso.
Bravi anche Francesca Agostini, Bernardo Bruno, Marisa Grimaldo, e Lorenzo Terenzi, interpreti degli innamorati, e Davide Pedrini e Pietro Mossa, rispettivamente Oberon e Puck.
Convinta e partecipe la risposta del pubblico del Teatro Sociale che sfiorava il tutto esaurito.

Davide Cornacchione 13/11/2010