Recensioni - Opera

Un vero “Spettacolo” per il Circo Americano

Negli ultimi anni il circo ha subito una importante e progressiva trasformazione. Pur fra le innumerevoli difficoltà di sopravvive...

Negli ultimi anni il circo ha subito una importante e progressiva trasformazione. Pur fra le innumerevoli difficoltà di sopravvivenza, l’arte circense sta ultimamente calamitando nuovi interessi anche grazie alla fusione con altre discipline dello spettacolo dal vivo.

Questa è anche la direzione presa dal circo Americano che l’altra sera ha presentato un vero e proprio spettacolo, incentrato sulla figura del clown come elemento giullaresco ma anche perturbatore. Il filo conduttore dello show è infatti un clown, che si intrufola fra il pubblico e nella macchina perfettamente oliata dei numeri creando scompiglio e apprensione. Il tutto si rivela invece nel finale un voluto gioco teatrale, quando il clown, rimasto solo dopo lo spettacolo, si strucca, e qui la memoria corre ai Pagliacci di Leoncavallo, rivelando la sua vera natura di nomade, di persona non inserita nella società e perciò fonte o di risa o di angoscia. Già Verdi aveva colto la natura ambivalente del buffone quando fa dire a Rigoletto, il giullare per eccellenza, “non saper, non poter altro che ridere…”.

Oltre a ciò lo spettacolo del Circo Americano offre anche i numeri classici: dai giocolieri alle tigri ammestrate scegliendo però un taglio coreografico ben definito e di grande suggestione. Ampio l’utilizzo del buio e di luci fluorescenti che rendono la cavalcata degli elefanti, come il balletto sulla corda elastica vermente indimenticabili.

Uno spettacolo a tutto tondo insomma in cui abbiamo visto grande perizia tecnica, un discreto corpo di ballo e una concezione circense che rinnova e stupisce restando nel solco della tradizione. A Brescia repliche tutti i giorni fino al 31 Ottobre.

(Domenica 21 ottobre 2001)
Raffaello Malesci