Recensioni - Opera

Una bambola insolita

Il Teatro Ponchielli di Cremona ha proposto in prima italiana La Coppelia con la compagnia fondata da Victor Ullate

In Spagna sono sempre esistite piccole compagnie di danza, ma è la prima volta che una compagnia privata mantiene collaboratori artistici, tecnici ed amministrativi con continuità. Dal 1988 al 1996 la compagnia gode del sostegno del Ministero della Cultura e nel 1996 viene denominata “Ballet de la Comunidad de Madrid”. Attualmente la compagnia è composta da una sessantina di persone fisse, di cui circa cinquanta ballerini e una decina di collaboratori esterni. La compagnia ha un repertorio molto ampio e differenziato che va dallo stile classico a quello contemporaneo.

La storia  di questo balletto prende spunto da quella classica andata in scena all'Opéra di Parigi il 25 maggio 1870. In realtà la trama è poco più che un pretesto dato che la musica, e non solo quella, è stata completamente stravolta: Swanilda non esiste, Franz è un fotografo ed è stata introdotta la Diva Espectral, una sorta di Rothbart buono al femminile.
Questa versione in due atti creata per Ballet Víctor Ullate Comunidad de Madrid il 27 ottobre 2006 da Eduardo Lao lascia il pubblico anche più esperto con una moltitudine di “perché?”.
L’idea del coreografo è di ambientare la storia in un laboratorio cibernetico d’intelligenza artificiale, dove lo strano Doctor Coppelius studia la fabbricazione di un androide totalmente femminile sia per la gestualità che per il modo di muoversi.
La coreografia di Eduardo Lao è parsa poco ricca di idee e i passi sono stati talvolta ripetitivi con le serie infinite di grand battement o developpes. Anche alcune idee registiche non sono state poi sviluppate appieno: per esempio le tre ragazze che fanno le pulizie erano partite con uno spunto comico che però non ha trovato evoluzione per coinvolgere e divertire il pubblico. La mazurka è stata proposta in due occasioni senza che ce ne fosse ragione alcuna, dato che qualsiasi base sarebbe andata bene.
Il taglia-incolla musicale è stato forse quello che ha disturbato di più lo spettatore: per esempio, le tre coppie che hanno danzato classici divertissement avrebbero potuto essere collocate in qualsiasi momento del balletto senza per questo stravolgere il senso dato dal coreografo, dato che la trama non è affetto comprensibile se non con la spiegazione del libretto.
Il tentativo di una nuova Coppelia è stato perciò solo in nuce; nulla a che vedere con le versioni di altri coreografi più tradizionali come Roland Petit o anche meno come Maguy Marin che hanno saputo sostenere le loro idee con forza e sicurezza, divertendo e appassionando il pubblico.
La compagnia è tecnicamente di un livello molto alto, anche se i fisici un po’ tozzi e corti delle ballerine fanno pensare ad una tecnica di potenza usata più negli anni passati. Tutte comunque avevano gambe alte, giri sicuri e in generale una buona pulizia. Brava l’interprete della Diva Espectral, con un giusto mix di magia, mistero e presenza scenica.
Bene anche gli uomini, che però hanno avuto minore possibilità di espressione, dato che per lo più sono stati impiegati come partner. Decisamente fuori dalle righe Coppelius, sia per il fisico lungo e magro, sia per le gambe altissime che di solito sono un tipico requisito femminile; in generale comunque il personaggio è stato reso in maniera piacevole.
Insoliti e molto colorati i costumi creati da Paquita Redondo; molto belle le scenografie.


Sonia Baccinelli 17 aprile 2011