Recensioni - Opera

Una gioiosa ventata d’Europa al Teatro Ponchielli

Regia e direzione convincenti per il Viaggio a Reims di Rossini

Venerdì 19 ottobre al teatro Ponchielli di Cremona è andato in scena Il viaggio a Reims di Gioacchino Rossini. Più che di un’opera, si tratta di una cantata scenica che venne scritta dal musicista pesarese per l'incoronazione di Carlo X ed è anche la sua prima composizione del periodo parigino. Sebbene Il viaggio a Reims abbia riscosso un immediato successo sin dalla prima rappresentazione, avvenuta il 19 giugno 1825, Rossini decise di replicarlo solamente per altre due sere. L’intento del compositore era quello di sfruttare le melodie inserendole in altre partiture, Comte Ory in primis, e quindi decise di accantonarlo per un po' di tempo. Sta di fatto che la partitura originale venne dimenticata in qualche cassetto e riscoperta solamente nel 1984 da Claudio Abbado.

 

La trama è di per sé semplice e abbastanza inconsistente, ma proprio per questo consente di far prevalere il bel canto sopra ogni cosa.
Lo spettacolo con la divertente e mai banale regia di Michal Znaniecki ha inizio nel foyer con i camerieri e le cameriere che fingono di riordinare l'ingresso del teatro.
Il cast, che per quest'opera deve necessariamente essere tutto di altissimo livello, è stato diretto in maniera esemplare dall’appena venticinquenne maestro d'orchestra Michele Spotti.
Bravi tutti i giovanissimi interpreti, a cominciare da Madama Cortese, interpretata da Marigona Qerkezi: belle agilità e timbro di voce splendido. I suoi acuti dominano le scene d’insieme per forza e potenza.
Ben riuscita anche la prova di Francesca Benitez che vestiva i panni della Contessa: voce dalla bella estensione, interpretazione convincente acuti ben timbrati e agilità che non lasciano alcun dubbio sulla grande preparazione tecnica.
Tra gli uomini si sono distinti senz'altro Ruzlin Gatin, Giuseppe Esposito e Guido Dazzini.

 

Lo spettacolo è sicuramente riuscito dal punto di vista registico, allestito con gusto e con signorilità. Anche la parte della sauna, alla quale bisogna certamente prestare un'attenzione speciale, è stata divertente senza cadere nella banalità.
La penultima scena cantata da Corinna, una bravissima Maria Laura Iacobellis, è stata una meravigliosa sintesi di arti visive. Scenografia, luci e proiezioni si sono fuse omogeneamente creando un magico gioco materico: canto in carne ed ossa, balletto in proiezione e musica sullo sfondo sapientemente fuse con le ombre cinesi hanno avuto una forza dirompente nel catturare l'attenzione del pubblico.
Il silenzio generato da questa scena quasi surreale è stato presto interrotto dal coro finale che è stato a dir poco eccezionale e ha chiuso lo spettacolo con la timida richiesta di un bis che sarebbe stato senz'altro graditissimo.

Sonia Baccinelli 19 ottobre 2018