Recensioni - Opera

Una magnifica Favorite alla Abao Bilbao Opera

Ottima compagnia di canto. Valentina Carrasco firma la regia 

Per la prima volta Abao Bilbao Opera ospita l’opera La Favorite in francese: nell' anno 2000 fu rappresentata l'opera in italiano. È stato un successo vivissimo dovuto al fatto che tutto era armonioso e ben calibrato, dal suono orchestrale al canto, dalla regia all'impianto scenico.

Il libretto di La favorite è di Alphonse Royer, Gustave Vaëz e Eugène Scribe. Nella versione francese è stato inserito il balletto. Per portare al successo un'opera romantica e di bel canto, ci vogliono degli interpreti di indubbio valore, e i quattro cantanti principali hanno dimostrato di esserlo: dalla loro prima nota tutti hanno avuto un “crescendo donizettiano!”.

Silvia Tro Santafé interpreta Leonor de Guzmàn con una sicurezza impressionante, unita ad un’intensità scenica e vocale degna di nota. Da ricordare, oltre ad altri momenti, la sua aria "O mon Fernand, tous les biens de la terre".

Ismael Jordi interpretava Fernand, il giovane innamorato che sceglie l’onore invece che l’amore. Purtroppo quando sceglie l'amore è ormai troppo tardi. Memorabile nell'aria "Ange si pur, que dans un songe". Un cantante giovane che ha fatto del bel canto il suo cavallo di battaglia. Cantante intelligente, sceglie con cura i ruoli da interpretare e quelli del suo repertorio sono tutti impegnativi.

Il Re di Castiglia Alphonse XI era Vladimir Stoyanov, una delle più belle voci baritonali che da anni ascoltiamo sui palcoscenici di tutto il mondo. Il suo personaggio richiede un canto accorato, rabbia, dolore, passione, tutti sentimenti che ha trasmesso con la sua interpretazione. "Jardins de l'Alcazar”, per continuare con "Léonor, viens" e la cabaletta “Léonor! Mon amour brave“ hanno rappresentato il culmine della sua interpretazione.

Simon Orfila è stato un grande Balthazar, con una sicurezza scenica e vocale impressionante. Completavano il cast Mikeldi Atxalandabaso come Don Gaspar, Alba Chantar debuttava il ruolo di Ines. Anche loro hanno contribuito al successo di una rimarchevole serata di bel canto, cosa rara in questi tempi.

Il Maestro Riccardo Frizza ha diretto la Euskadiko Orkestra. È il direttore del Festival Donizetti di Bergamo ed è considerato il massimo esperto della musica donizettiana. Dirige l'edizione critica di Rebecca Harris-Warrick, che include la musica originale del balletto e la cabaletta del duetto tra Léonor e Alphonse, tagliata a suo tempo dalla censura pontificia in quanto il Re diceva a Léonor di volerla incornare regina anche a costo di mettersi apertamente contro la chiesa. Riccardo Frizza ha sempre massimo rispetto per la scrittura della partitura e per il palcoscenico: le sue direzioni sono sempre caratterizzate da concertazione intensa e equilibrio tra musica e canto. Sa dare alla partitura il colore donizettiano e quindi anche in questa serata le attese non sono andate deluse, con i professori d'orchestra che hanno seguito le sue indicazioni donandoci un suono compatto ed avvolgente. Molto bravo il Coro dell’Opera di Bilbao diretto da Boris Dujin, formato da appassionati, ma sempre impeccabile nei suoi numerosi interventi.

Valentina Carrasco ha firmato la regia di quest'opera, ripresa da Lorenzo Nencini. Con questa produzione la regista aveva vinto il Premio Abbiati nel 2022.

Una regia molto attenta al dramma narrato che mette in risalto le tante favorite del Re, di cui Leonor è l'ultima. Per il balletto ha scelto di non fare il balletto. Mi spiego: ha portato sul palco delle signore dai 60 anni in su fino agli 80 a rappresentare le vecchie favorite del Re. In questo modo ha inteso portare il messaggio che la donna, ai tempi, non era considerata che una cosa da usare e da buttare. Nella coreografia è intervenuto anche il baritono e gli applausi leggermente più convinti ci sono stati dopo la sua performance.

Ma il Re Alphonse, per avere delle favorite di quelle età, avrebbe dovuto iniziare da bambino! Il messaggio poteva anche venire trasmesso con ballerine truccate perché avessero varie età, da più giovani a più anziane.

Le scene e le luci sono di Carles Berga e Peter van Praet. Sulle note del preludio in palcoscenico ci sono dei mobili ricoperti da lenzuoli, il lampadario pure coperto e le vecchie favorite sedute. Questi mobili sono utili a formare un altare con candele accese nel primo atto del convento, oppure dei letti per il ballo del secondo atto.

Nel terzo atto la sala delle feste è spoglia e al centro del palcoscenico compare un solo letto a baldacchino con teli neri e una grossa croce. Nell'ultimo atto i letti coperti da teli tornano a rappresentare il convento. Le luci scandiscono il passare del tempo e i sentimenti, intense quando Alphonse si dichiara a Leonor e la vuole al suo fianco come regina, scure nel convento. I costumi sono di Silvia Aymonino e le coreografie di Massimiliano Volpini. Uno spettacolo molto interessante e ben costruito da tutti coloro che hanno partecipato alla produzione.

Complimenti alla direzione del teatro per aver messo in scena un’opera con un cast preparatissimo.

Successo vivissimo e meritatissimo per tutti.