Recensioni - Opera

Verona: Il ritorno di Wagner in Arena

Gustav Kuhn e Ricarda Merbeth protagonisti del concerto dedicato alle musiche del compositore di Lipsia

Tra gli autori omaggiati quest'anno dal Festival dell'Arena di Verona, è tornato, dopo anni di silenzio, il compositore tedesco Richard Wagner. Infatti, fatta eccezione per i due concerti rispettivamente del 1983 e del 2013, una sua opera completa di non viene qui rappresentata dal 1962, anno del Lohengrin.

Il programma, nel complesso eterogeneo, prevedeva in tutto sei ascolti. I quattro brani orchestrali scelti erano la celebre Cavalcata delle Valchirie, oltre alle tre Ouverture dell’Olandese Volante, dei Maestri Cantori di Norimberga e di Tannhäuser, all’interno dei quali spiccavano due arie per soprano: la Ballata di Senta dall’Olandese volante e il Liebestod da Tristano e Isotta.
Il Maestro Gustav Kuhn, bacchetta estremamente competente nel repertorio del musicista di Lipsia, ha diretto l'orchestra dell'Ente Arena, che in più occasioni ha rivelato poca familiarità con queste partiture, ragione per cui l'impressione generale è stata quella di un progetto interessante che però avrebbe necessitato maggior affinamento.

Le due partiture dell'Olandese Volante scelte per aprire la serata hanno messo subito lo spettatore davanti alla grandiosità delle note wagneriane.
Il soprano Ricarda Merberth, protagonista della ballata e da tempo artista fissa da parecchio tempo al festival di Bayreuth, era qui al suo debutto nell'anfiteatro veronese. Il timbro di voce ha mostrato all’inizio qualche forzatura, ma questo è abbastanza frequente per chi non ha dimestichezza con gli ampi spazi dell'Arena. In ogni caso la sua esibizione è andata crescendo nel corso della serata e la sua esecuzione del Liebestod di Isotta è stata applaudita calorosamente dal pubblico presente.
Suggestivi i giochi di luce che hanno ad ogni ascolto esaltato la meravigliosa cornice dello spazio areniano, infondendo teatralità all’esecuzione musicale.

Il gala si è concluso con l'ouverture del Tannhäuser, che ha suggellato la serata, cui ha fatto seguito, come bis, la riproposizione di due delle sei partiture appena ascoltate: la Cavalcata delle Valchirie e il Liebestod. Esecuzioni apprezzate, ma forse sarebbe stato auspicabile diversificarne almeno una.