Recensioni - Opera

Verona: Sogno in tono minore per la Compagnia Totola

La storica Compagnia Giorgio Totola ritorna a Shakespeare presentando il celeberrimo Sogno di una Notte di Mezza Estate al Cortile...

La storica Compagnia Giorgio Totola ritorna a Shakespeare presentando il celeberrimo Sogno di una Notte di Mezza Estate al Cortile Montanari di Verona per la regia di Carla Totola. L’allestimento scenografico riutilizza uno stilema caro alla compagnia e già utilizzato anni fa per “Molto rumore per nulla” e cioè le proiezioni fotografiche. Ma se allora lo spettacolo aveva una verve particolare in questo caso la scelta delle diapositive risultava alla fine eccessiva, così come eccessiva era la riduzione del cast tanto che il Duca, la Duchessa e il padre di Ermia erano solo delle voci regustrate.

A questa estrema semplicità scenografica e ad un cast particolarmente scarno, corrispondeva invece un’eccessiva frenesia nei movimenti e una scarsa cura della parola recitata, tanto che molto spesso i balletti e i movimenti robotizzati di alcuni personaggi non parevano avere alcuna corrispondenza con il tipo di recitazione sostanzialmente volto al classico declamato.

Lo squilibrio si notava soprattutto negli artigiani che, ridotti all’osso, facevano del loro meglio per divertire ma non sempre ci riuscivano. Da segnalare la buona interpretazione di Mirco Cittadini che tiene il palco con autorevolezza e strappa l’applauso nel suo monologo finale. Buono anche il Puck di Massimo Trascinelli a cui va riconosciuta una grande capacità corporea che alla fine diventa però eccessiva e fine a se stessa. Discreti Tommaso De Berti (Oberon) e Isabella Danzi (Titania). Troppo inesperti invece i quattro giovani innamorati.

Alcune buone idee registiche come la regina delle fate che inizialmente parla in Inglese con l’ausilio di una fata interprete e i discreti costumi di Sara Bonfanti non riuscivano a dare continuità alla spettacolo, che anzi si incarta alla fine su siparietti francamente inutili supportati da musiche quasi mai azzeccate e che poco avevano a che fare con il contesto sostanzialmente immaginifico se non anche fiabesco.

Il folto pubblico ha applaudito con cortesia a fine serata.

(Martedì 9 Luglio 2002) A. Manuelli