Recensioni - Opera

Vienna: con My Fair Lady la grande tradizione alla Volksoper

Un classico giunto alla 262esima replica

La Volksoper di Vienna è il secondo teatro della capitale austriaca dedicato all’opera, all’operetta e al musical. Da sempre la Volksoper si specializza su un repertorio leggero e accattivante.

My Fair Lady, musical del 1956 ispirato a Pigamalione di George Bernhard Shaw, su libretto di Alan Jay Lerner e musiche di Frederick Loewe, è ormai un grande classico per il Teatro della Währinger Straße. Il debutto risale infatti al 1979 e da allora lo spettacolo è rimasto stabilmente in cartellone con l’ultimo nuovo allestimento nel 1993, ripreso poi nel 2008 e ultimamente nel 2024. My Fair lady ha totalizzato ben duecentosessantadue repliche alla Volksoper.

La storia di Eliza Doolittle e della sua ascesa sociale dovuta agli insegnamenti di fonetica del professor Higgins, è universalmente nota. Una trama semplice quanto accattivante; sincera comicità unita a musiche orecchiabili in una ambientazione di stile inglese che a tratti ricorda Wilde. Quanto basta per un successo duraturo, che fa assurgere My Fair Lady ad un appuntamento di successo per tutta la famiglia nel periodo natalizio.

La versione in lingua tedesca presentata alla Volksoper, a cura di Alexander Steinbrecher e Hugo Wiener, utilizza molto intelligentemente il dialetto viennese per la prima parte, creando vari spunti comici legati alla cultura e ai modi di dire della città danubiana.

La regia di Robert Herzl risale al 1993 ed è stata quest’anno validamente ripresa da Ruth Brauer-Kvam. Scene e costumi sono di Rolf Langenfass. Tutto molto classico e sontuoso, con numerosi cambi scena, grande spolvero di costumi e ambientazioni. Non mancano i balletti e le affollate scene d’insieme. La separazione fra tradizione e polvere è labile, ma trattandosi di un prodotto popolare bisogna dire che si segue con piacere e divertimento.

Ottimi e professionali tutti gli interpreti. Eliza Doolittle è la brava e spigliata Juliette Khalil, affiancata dal padre divertente e caratterizzato di Karl Markovics. Markus Meyer è un Professor Higgins assolutamente credibile, preciso nel canto e magnetico nella recitazione.

Da citare anche tutti il resto del bravo e affiatato ensemble: Manuel Rubey, Ben Connor, Marianne Nentwich, Martina Dorak, Regula Rosin, Maximilian Klakow, Arvid Assarsson, Teresa Jentsch, Rebecca Soumagné, Marian Olszewski, Martin Dablander, Edgard Loibl, Vladimir Polovinchik.

Teatro pieno con molti applausi nel finale.

Raffaello Malesci (Domenica 5 Gennaio 2025)