Recensioni - Opera

Vivo successo a Verona per l’Elisir d’Amore

Molti applausi e il bis di “Una Furtiva lagrima” per il capolavoro di Donizetti

Prosegue la stagione d’opera autunnale al Teatro Filarmonico di Verona con “L’elisir d’Amore” di Gaetano Donizetti. Titolo frequente sul palcoscenico veronese, l’opera del genio operistico bergamasco riscuote sempre vivo apprezzamento da parte del numeroso pubblico veronese.

Lo spettacolo proviene dal Maggio Musicale Fiorentino per la regia di Pier Francesco Maestrini, che decide di ambientare la vicenda nel mid-west americano degli anni settanta con tanto di accenni alla “route 66”, scenografia campestre a cura di Juan Guillermo Nova e costumi in puro stile country a cura di Luca dall’Alpi. Il regista imprime un buon ritmo allo spettacolo, giocando sul popolare e con alcuni effetti di sicuro impatto sul pubblico, come il dottore Dulcamara che arriva su una bella macchina americana in stile. Non manca un toro da rodeo, indiani piumati e altre amenità, invero molto apprezzate dal pubblico, per una messa in scena ironica e scanzonata.

Grande successo per tutti gli interpreti che si sono dimostrati completamente all’altezza della situazione. Ad iniziare da Francesco Demuro che impersonava Nemorino con voce chiara, duttile e sicura negli acuti. Grande successo personale per il cantante che a furor di popolo ha concesso il bis della celebre aria “Una furtiva lagrima”. Spigliata e accattivante Laura Giordano ci regala una Adina tutta brio, interpretata con voce sicura e timbrata. Salvatore Salvaggio è stato un Dottore Dulcamara strabordante e gaglioffo al punto giusto. Il cantante è supportato da una bella voce e da una dizione e da un fraseggio chiaro e comprensibile. Di buon livello anche Qianming Don come Belcore e Elisabetta Zizzo come Adina. Ola Rudner ha ben diretto l’orchestra dell’Arena di Verona.

Grande successo con applausi prolungati per tutti gli interpreti a fine serata.

(Giuliano Malesci 24/11/19)