Recensioni - Opera

Zeffirelli trionfa ancora con Aida

Oro e zaffiro per il caplavoro verdiano in Arena

Dal suo debutto in Arena oltre cento anni fa, Aida è da sempre il titolo più amato dal pubblico e non si potrebbe ormai pensare una stagione senza quest'opera in cartellone. Nella rotazione che ormai da anni vede alternarsi la classicissima Aida con le scene progettate nel 1913 da Ettore Fagiuoli con regie più moderne tra cui quella futuristica della Fura Dels Baus, quest'anno ha visto protagonista la sfavillante versione firmata da Franco Zeffirelli. Il tributo al maestro Fiorentino in questo 96esimo Opera festival 2018 è in fondo doveroso, dato che quest'anno Zeffirelli compie 95 anni .

 

Gli allestimenti di Zeffirelli in Arena possono essere definiti dei kolossal, e come in Turandot, anche qui il color oro la fa da padrone. L'idea registica della piramide al centro utilizzata sui quattro lati, è di grandissima efficacia. Pur avendo debuttato nel 2002, questo allestimento non sembra risentire del trascorrere del tempo. Come anticipato in conferenza stampa, è stata ripresa integralmente la coreografia creata da Vladimir Vasiliev che prevede ben 52 ballerini in scena.
Lo spettacolo ha i suoi punti di forza nel terzo e nel quarto atto, nei quali Zeffirelli riesce a creare momenti di grande suggestione, nonostante siano quelli più raccolti ed intimisti e quindi i più impegnativi da rendere su un palcoscenico di vaste dimensioni quale quello veronese.

 

Nel cast scelto per la quattordicesima rappresentazione di Aida, figurano cantanti con voci importanti che ben si adattano a quest'opera, ma soprattutto agli ampi spazi dell'Arena. Susanna Branchini ha vestito i panni della principessa etiope, affiancata da Walter Fraccaro. Entrambi hanno sfoggiato timbro saldo e squillante. Da segnalare per i due protagonisti la bella prova offerta sia nel drammatico duetto del terzo atto che in quello del quarto, più lirico. La Branchini ha avuto modo nel cosrso dell’opera di dimostrare una grandissima potenza unita ad una notevole agilità di fraseggio.
Apprezzatissima fin dalle prime note anche Judit Kutasi nei panni di Amneris. Amartuvshin Enkhabat è stato un autorevole amoinasro mentre Gianluca Breda (Ramfis) e Romano Dal Zovo si sono ben disimpegnati nei rispettivi riuoli.

Sul podio il maestro Andrea Battistoni ha diretto i complessi areniani con vigore, mantenendo un buon equilibrio tra buca e palcoscenico.
Al termine applausi convinti per tutti gli interpreti.

Sonia Baccinelli  23 agosto 2018